In data 10 Novembre è stato approvato il Decreto Aiuti Quater che prevede, tra le altre cose, una serie di significative modifiche al Superbonus110 alle quali conviene prestare assolutamente attenzione! Vediamo perché.
Cominciamo col dire che la novità più eclatante è che dal 1° gennaio 2023 (dunque con ben un anno di anticipo!) l’aliquota del superbonus per i condomìni scenderà dal 110% al 90%; comprese le abitazioni unifamiliari, fino al 31 marzo 2023, se con lavori a buon punto oppure fino al 31 dicembre 2023 se prima casa e sotto un certo reddito.

🔺 La corsa alla presentazione della CILAS!

  • E ora una notizia buona e una cattiva, assai cattiva.
    La buona notizia è che alcuni lavori manterranno il diritto al 110%!
    La brutta notizia è che questo sarà possibile solo ed unicamente per chi presenterà la CILAS entro il 25 novembre.
    Ergo… è partita una corsa contro il tempo, perché i condomini che non ce la faranno, potranno solo usufruire dell’aliquota al 90%.
  •  Al 110% anche gli interventi di demolizione e ricostruzione per i quali, al 25 novembre 2022, risultino avviate le relative formalità amministrative per l’acquisizione del titolo abilitativo.

🔺Ma perché questa drastica decisione da parte del Governo?

A spiegarlo è la stessa premier Giorgia Meloni, nella conferenza stampa, affermando “il superbonus nasce per rimettere in moto economia, ne abbiamo condiviso le finalità ma il modo in cui è stato attuato ha creato problemi e difficoltà (…) la misura finora è costata 60 miliardi di euro, con 38 miliardi di costo eccedente rispetto alle previsioni”
La Meloni ha anche sottolineato che l’aliquota del 110% ha causato la deresponsabilizzazione dei cittadini, i quali non partecipando alla spesa di tasca propria, non hanno avuto interesse a verificare prezzi e costi. Inoltre, ha concluso il Presidente, “del superbonus hanno beneficato i redditi medio-alti”.
E per quanto riguarda invece il tema scottante della cessione dei crediti, il ministro Giorgetti ha precisato che “la cessione è una possibilità ma non un diritto; la detrazione è un diritto ma la cessione no (altrimenti avremmo creato una moneta ma non è questo l’intento). I crediti di imposta già maturati – ha aggiunto – si traducono in minori introiti per le casse dello Stato” e ha concluso “Chi si appresta a fare lavori, deve verificare che una banca sia disponibile ad acquisire i crediti, altrimenti deve contare sulla propria capienza fiscale, per la detrazione Irpef”

🔺Condomìni Superbonus aliquota dal 110% al 90%

Come abbiamo detto, per i condomìni, gli edifici composti da 2 a 4 unità anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà tra più soggetti, la nuova norma è sicuramente penalizzante perché anticipa di un anno – dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2022 – la scadenza del 110%, abbassando al 90% l’aliquota per il 2023. Resta confermato i l’ulteriore calo della stessa al 70% fino al 31 dicembre 2024 e al 65% fino 31 dicembre 2025.

🔺Unifamiliari e ‘reddito di riferimento’

  •  Il DL Aiuti-quater proroga al 31 marzo 2023, con aliquota al 90%, la detrazione per le abitazioni unifamiliari che abbiano effettuato almeno il 30% dei lavori complessivi entro il 30 Settembre 2022
  • La novità è che se l’abitazione unifamiliare è adibita a prima casa e il proprietario ha un ‘reddito di riferimento’ (che di fatto sostituisce l’ISEE, a quanto pare) non superiore a 15.000 euro, sarà possibile usufruire del superbonus 90% fino al 31 dicembre 2023.

🔺Cosa è il ‘reddito di riferimento’?

Per il momento ci è dato sapere che il reddito di riferimento è calcolato dividendo la somma dei redditi complessivi posseduti dal richiedente e da tutti coloro che fanno parte del nucleo familiare, nell’anno precedente quello di sostenimento della spesa.
La norma dice che l’incentivo del 90 per cento per ristrutturare una villa, ad esempio, sarà consentito solo a chi ha un reddito non superiore a 15 mila euro. Questo reddito però, spiega la norma, è calcolato dividendo la somma dei redditi totali per «un numero di parti» indicate in una tabella allegata al decreto stesso. Il contribuente in pratica vale una parte. Dunque se vive da solo, il reddito massimo per avere diritto al bonus è esattamente di 15 mila euro (15 mila diviso uno). L’eventuale coniuge aggiunge una parte: si sommeranno i due redditi e il risultato andrà diviso per 2.
Questo significa che una coppia accederà al bonus 90% se guadagnerà al massimo 30 mila euro (30.000 diviso 2 fa 15.000). Se la coppia ha un figlio, si aggiunge 0,5. La somma delle tre parti sarà 2,5. Questo significa che il reddito massimo per ottenere lo sgravio sarà di 37.500 euro (37.500 euro diviso 2,5 infatti è uguale a 15 mila euro). Se i figli sono due, si aggiunge uno. La somma quindi fa 3 e il reddito massimo del nucleo composto da quattro persone sarà 45 mila euro (45 mila diviso 4 fa sempre 15 mila). Dai tre figli in su le parti che si aggiungono sono sempre 2, e quindi la somma fa 4 e il reddito massimo sarà 60000 euro.