La storia infinita e altalenante del Superbonus 110% prosegue.
È da mesi oramai che ci si chiede che fine farà il Superbonus, se sarà riconfermato, rimodulato oppure addirittura abolito. Tutto ciò mentre si alternano periodi di stallo a presunti colpi di scena e cicliche novità!
Ecco, cominciamo col dire che gli ultimi aggiornamenti a riguardo raccontano la volontà del Governo Meloni di riformare la questione dei bonus edilizi attraverso la Legge di bilancio. A tormentare il sonno e i pensieri di imprese e privati, però, sono le continue voci che si rincorrono: dapprima le possibili cancellazioni, poi i tagli e infine le riduzioni significative delle percentuali.

🔺 Ma qual è la verità?
Diciamo innanzitutto che Il centrodestra ha assicurato che l’agevolazione non sarà cancellata, piuttosto sarà revisionata, insomma le daranno una piccola “aggiustata”, differenziando l’aliquota di detrazione tra prime e seconde case. Il nuovo governo ha infatti dichiarato che non intende assolutamente “mettere in difficoltà gli imprenditori del settore o frenare le ristrutturazioni edili”.
Dunque, i bonus edilizi verranno confermati, questo è sicuro, visto anche il numero dei cantieri aperti, di imprese e famiglie coinvolte, ma la promessa è quella di cambiarne i parametri: la detrazione fiscale del Superbonus per l’abitazione principale potrebbe scendere dal 110% all’80%, mentre per le seconde case la percentuale oscillerebbe tra il 50% e il 65%. Nessuna graduale riduzione del Superbonus, quindi, come era stato inizialmente previsto dalla Manovra 2022 che procrastinava un taglio al 70% nel 2024, per poi scendere al 65% nel 2025.

La detrazione, inoltre, potrebbe persino essere diversa da soggetto a soggetto richiedente, perché legata al reddito del beneficiario e anche al tipo di immobile (prima o seconda casa). Quindi, chi ha meno possibilità economiche potrà avere una detrazione più alta rispetto a chi ha un reddito ISEE più alto, oltre al fatto che la prima casa beneficerà di un bonus più alto rispetto alla seconda.

🔺Ma ora la domanda sorge spontanea: cosa accadrà ai cantieri già aperti?

Pare che la riforma del governo includerà anche una clausola di salvaguardia per tutelare i cantieri già autorizzati e aperti. Quello che viene garantito dalle fonti interne, infatti, è che le pratiche già aperte verranno tutelate, in modo da non pregiudicare famiglie e imprese già impegnate nelle ristrutturazioni.
Ricordiamo che la stessa Meloni, In campagna elettorale, aveva detto a tal proposito:
“Penso che il superbonus debba essere rivisto (…) ma abbiamo bisogno di tutelare i cosiddetti esodati del 110%, cioè accompagnare alla scadenza della norma secondo il principio del legittimo affidamento, per cui a chi ha iniziato i lavori non puoi modificare le norme”
Questo significa che cantieri esistenti non subiranno alcuna riduzione delle aliquote, ma soprattutto beneficeranno di snellimento delle procedure burocratiche legate ai bonus statali.

🔺L’ANCE chiede proroga di 6 mesi

Ovviamente, manco a dirlo, prima che le modifiche al Superbonus prendano avvio, dovremo attendere innanzitutto l’insediamento del nuovo Governo: la Riforma Meloni potrebbe dunque richiedere tempo.

Ecco perché, nel frattempo, in merito alla questione, è intervenuta l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) che ha richiesto al Governo una proroga di sei mesi delle agevolazioni edilizie, senza che vengano apportate modifiche sostanziali, affinché si possano recuperare tutti i mesi “persi” per via della questione della cessione del credito.
Una proroga che sarebbe fondamentale perché la regola attuale prevede che i condomini possono sfruttare il Superbonus 110% per tutto il 2023, mentre gli interventi agevolati sulle villette unifamiliari scadono nel 2022 per chi ha effettuato almeno il 30% dei lavori entro settembre.

Se tale proposta venisse accolta all’interno del Governo e poi accettata anche in Senato e Camera, il calendario dei bonus edilizi sarebbe riformulato nel seguente modo:
▪️unifamiliari giugno 2023;
▪️condomini giugno 2024;
▪️IACP giugno 2024.

🔺Superbonus e seconde case

Come già detto, sarà possibile usufruire delle agevolazioni del Superbonus (probabilmente con una detrazione del 65%) anche per le seconde case, di qualunque tipologia esse siano: case al mare, montagna, in affitto, in comodato d’uso, usufrutto o nuda proprietà, in condominio o villette unifamiliari, purché le spese sostenute per i lavori effettuati siano riferite a un massimo di due unità immobiliari.

Staremo a vedere, aspetteremo anche, sperando in tempi meno biblici di quelli a cui ci ha abituato la politica…
Che sia la volta buona per uscire finalmente da questo impasse?